Il rastrellamento del Quadraro fu un'operazione militare tedesca effettuata il 17 aprile del 1944 ai danni della popolazione dell'omonimo quartiere situato alla periferia sud di Roma, durante la seconda guerra mondiale.
Il quartiere popolare del Quadraro era noto come covo di partigiani, di renitenti alla leva, di sabotatori e di oppositori al regime. Le truppe tedesche dapprima assediarono il quartiere e, dopo un rastrellamento, deportarono – secondo alcune fonti – 947 uomini nei campi di concentramento inGermania[1].
I tedeschi progettarono inizialmente l'eliminazione dei prigionieri, ripiegando successivamente sulla loro deportazione in Germania. Questi prigionieri, trasformati in “lavoratori volontari”, furono ricordati successivamente come “gli schiavi di Hitler[2].
L'episodio, a Roma, in quanto a dimensioni, fu secondo solo al rastrellamento del Ghetto del 16 ottobre 1943 che comprese 1.259 deportati e di cui 1.023 persone di religione ebraica furono avviate ad Auschwitz e solo sedici di loro sopravvissero[3].
Antefatto
Ciò che fece crescere la tensione nel rapporto tra la popolazione romana e gli occupanti fu, oltre che all'inasprimento dei metodi repressivi da parte delle truppe tedesche, la sempre più forte paura di una escalation della guerra con l’imminente arrivo degli alleati e la carenza di viveri, visto che i bombardamenti degli alleati avevano obbligato i tedeschi ad usare principalmente il trasporto su gomma per il trasporto delle merci.
Il 31 marzo fu presa una misura drastica per indebolire tutte quelle frange ribelli disseminate nelle periferie romane. Il comando tedesco anticipava l'ora del coprifuoco alle 16,00 agli abitanti dei quartieri Quadraro, Torpignattara, Centocelle e Quarticciolo[4]. In effetti proprio in quel periodo il susseguirsi di sommosse e ribellioni da parte della popolazione romana, esasperata dalla propria condizione di vita, si verificò quasi all’ordine del giorno.
Ma molto probabilmente la goccia che fece traboccare il vaso fu un clamoroso episodio avvenuto il 10 aprile in una trattoria di Cinecittà (la trattoria di Gigietto in via Calpurnio Fiamma). Nel pomeriggio del lunedì di Pasqua, Giuseppe Albano detto il "gobbo del Quarticciolo" assalì con la sua banda alcuni soldati tedeschi. Tre di questi vennero freddati a bruciapelo, provocando l'ira del comando tedesco a Roma[5].
L'operazione Balena
Kappler, deciso nel voler dare un'altra lezione al popolo romano, dopo quella delle fosse Ardeatine del 24 marzo, organizza, in tutta segretezza il piano Unternehmen Walfisch (in italiano Operazione Balena): un piano che prevedeva il rastrellamento, che verrà eseguito la mattina del 17 aprile, e la deportazione in Germania della popolazione del Quadraro, quartiere alle porte di Roma[6].
Per portare a compimento l’operazione, Kappler impiegò un imponente schieramento di uomini e mezzi. Questo fu dovuto al fatto che le strade del Quadraro erano sicure per i suoi abitanti, al punto che vi si poteva circolare liberamente senza il timore di incontrare dei soldati tedeschi o qualche fascista, ma nessuno poteva essere sprovveduto da addentrarsi per quelle vie, che ad ogni angolo potevano nascondere un partigiano.
Il rastrellamento
Il 17 aprile, verso le 4 del mattino, le truppe tedesche circondarono l'intero quartiere, bloccando ogni via di accesso e di uscita[7]. Successivamente i soldati, guidati da Kappler, coadiuvati dalla Gestapo, dalle SS e dalla Banda Koch, iniziarono le perquisizioni, passando al setaccio il quartiere casa per casa. L'operazione venne giustificata come un atto che sarebbe servito per “reclutare” mano d'opera per laWehrmacht. Solo successivamente, il console tedesco Möllhausen scriverà in un suo memoriale che in realtà si trattò di un atto militare di polizia e controguerriglia, sostenuto per distruggere le frange ribelli che da tempo si annidavano al Quadraro.
Le circa 2000 persone rastrellate durante la mattinata[5](tutti uomini tra i diciannove e i cinquanta anni) furono portate al cinema Quadraro per essere schedati. Dopo ore di attesa, ammassati e trattati come bestie, vennero caricati su dei camion e portati a Cinecittà[7], per la selezione. Alcuni riuscirono a fuggire e molti tra gli scartati vennero arrestati.
La deportazione
Le circa mille persone[1] reclutate dopo la selezione effettuata furono divise in quattro gruppi e portate il giorno stesso con dei camion aGrottarossa. Da lì, in treno fino a Terni[8] e pochi giorni dopo di nuovo trasferite al campo di transito di Fossoli (Carpi)[9]. L'esperienza di Fossoli, fu solo l'inizio di un lungo periodo di agonie e sofferenze: il 24 giugno, i rastrellati del Quadraro furono arruolati come “operai italiani volontari per la Germania” e deportati in Germania e in Polonia, costretti a lavorare nei campi di concentramento.
Molti di loro non sopravvissero all'arrivo degli Americani. Dei deportati solo la metà tornò al Quadraro[5].
Il 17 aprile 2004, il Municipio X di Roma, nel cui territorio ricade il Quadraro, è stato insignito della Medaglia d'Oro al Valor Civile[10].
Onorificenze
Medaglia d'oro al merito civile | |
«Centro dei più attivi e organizzati dell'antifascismo, il quartiere Quadraro fu teatro del più feroce rastrellamento da parte delle truppe naziste. L'operazione, scattata all'alba del 17 aprile 1944 e diretta personalmente dal maggiore Kappler, si concluse con la deportazione in Germania di circa un migliaio di uomini, tra i 18 e i 60 anni, costretti a lavorare nelle fabbriche in condizioni disumane. Molti di essi vennero uccisi nei campi di sterminio, altri, fuggiti per unirsi alle formazioni partigiane, caddero in combattimento. Fulgida testimonianza di resistenza all'oppressore ed ammirevole esempio di coraggio, di solidarietà e di amor patrio.» — 17 aprile 1944/Quartiere Quadraro - Roma |
Lo Spettacolo "Nido di Vespe" e il Videoappello
Nel 2010 è stato portato in scena per la prima volta[11], negli stessi luoghi del rastrellamento, uno spettacolo teatrale basato sulle testimonianze dei sopravvissuti: "Nido di Vespe" di Simona Orlandi, per la regia di Daniele Miglio. Molte delle testimonianze raccolte formano parte integrante dello spettacolo sotto forma di video[12]. Lo spettacolo ha riscosso grande apprezzamento e viene da allora riproposto regolarmente, in particolare in occasione dell'anniversario[13][14].
Nel 2013 è stato realizzato un videoappello per chiedere di menzionare il Rastrellamento del Quadraro nei libri di storia. L'appello, realizzato dall'Associazione Quadraro44 per la regia di Riccardo Russo, è stato sottoscritto da numerosi artisti e personaggi pubblici tra i quali Daniele Silvestri, Don Gallo, Fiorella Mannoia, Valerio Mastandrea, Diego Bianchi, Ascanio Celestini, Monica Guerritore, Giancarlo Ratti, Moni Ovadia, Peppe Servillo, Carlo De Ruggieri e il Trio Medusa[15].
Note
^ a b Il numero di 947 deriva dalla testimonianza di uno dei deportati, Sisto Quaranta [1], riportato anche da Sara Menafra, in: Il Quadraro libero e resistente [2]. Marisa Musu, Ennio Polito, vedi appresso, citano 744 deportati; Silverio Corvisieri [3] 740; Enzo Piscitelli [4] "almeno 800" e Robert Katz [5] "circa 750".
- ^ Memorie del Quadraro e del rastrellamento del 17 aprile 1944, resistenzaitaliana.it. URL consultato il 1º luglio 2010.
- ^ Robert Katz, Roma città aperta, Il Saggiatore, Milano, 2004, pag. 140
- ^ Marisa Musu, Ennio Polito, Roma ribelle. La Resistenza nella capitale (1943-1944), Teti Editore, Milano, 1999, pag. 172
- ^ a b c Robert Katz, cit., pag. 315
- ^ Marisa Musu, Ennio Polito, cit., pag. 170
- ^ a b Marisa Musu, Ennio Polito, cit., pag. 171
- ^ Il console tedesco Möllhausen indica in ottocento il numero delle persone "inviate a Terni e poi in Germania"; cfr.: Marisa Musu, Ennio Polito, cit., pag. 171, ove sono contati 744 deportati
- ^ Marisa Musu, Ennio Polito, cit., pag. 295-297
- ^ Sara Menafra, Il Quadraro libero e resistente in Il manifesto, 17 aprile 2004. URL consultato il 1º luglio 2010.
- ^ http://www.controluce.it/giornale-rubriche/giornale/rubrica-storia/item/38305-rastrellamento-del-quadraro-66%C2%B0-anniversario.html
- ^ Q44 2011 - Nido di Vespe - PART 1 of 4 - www.HTO.tv - YouTube
- ^ Simona Orlando - Notizie in Liquida
- ^ Quadraro non dimentica. Due giornate di iniziative - contropiano.org
- ^ Video Appello Quadraro Aprile '44 - YouTube
Bibliografia
Walter De Cesaris. La borgata ribelle. Il rastrellamento nazista del Quadraro e la Resistenza popolare a Roma. Roma, Odradek, 2004. ISBN 978-88-86973-56-4.
- Ascanio Celestini. Storie di uno scemo di guerra. Torino, Einaudi, 2005. ISBN 978-88-06-17089-9.
- Carla Guidi "Operazione balena - Unternehmen Walfisch” Terza edizione aggiornata, Edilazio, 2013 ISBN-13: 9788898135141.
- Emanuele Gallo. 17 aprile 1944: Operazione Balena. Teramo, tesi di laurea in Storia contemporanea, consultabile presso la biblioteca dell'Università di Teramo, il Museo della Liberazione di Roma, o contattando l'autore.
- D'Alonzo Gina. Il rastrellamento del Quadraro del 17 aprile 1944. Teramo, Evoè edizioni, 2009. ISBN 978-88-96234-05-1. Testo consultabile anche contattando direttamente l'autrice.
Voci correlate
Rastrellamento del ghetto di Roma
- Eccidio delle Fosse Ardeatine
- Gobbo del quarticciolo
- Monte del Grano
- Occupazione tedesca di Roma
- Resistenza italiana
Collegamenti esterni
Memorie del Quadraro, de-angelis.net. URL consultato il 1º luglio 2010.
- I 947 del Quadraro: articoli e brani di libri sul rastrellamento del Quadraro
- Alessandro Portelli racconta il rastrellamento del Quadraro: Podcast su WikiRadio di Rai Radio3
- Gemellaggio di Domeniko con il quartiere di Roma Quadraro.
- Sisto 44 video - Sisto Quaranta si racconta
- Video il Rastrellameno del Quadraro
- il rastrellamento del Quadraro sul sito Quadraro from Roma Italy
- Un Partigiano del Quadraro sul sito Quadraro from Roma Italy
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